giovedì 8 marzo 2012

La Cosa Brutta

La  Cosa Brutta è più o meno il motivo per cui non sono più sulla Terra. Il dottor Kolumbus mi ha raccontato, dopo che io gli ho raccontato come meglio potevo della Cosa Brutta, che la Cosa Brutta è una “grave depressione clinica”. Sono sicuro che un dottore della Brown mi avrebbe detto più o meno la stessa cosa, ma non ho consultato nessun dottore alla Brown, soprattutto perché  avevo paura che se avessi aperto bocca in quel contesto sarebbe venuta fuori roba che mi avrebbe fatto finire dritto in un posto come quello dov’ero finito dopo quella stupida, ridicola faccenda del bagno. Non so davvero se la Cosa Brutta sia davvero depressione. Prima avevo sempre pensato che la depressione fosse come una tristezza profonda, tipo quella che ti prende quando muore il tuo bravo cagnolino, o quando in Bambi uccidono la madre di Bambi. Pensavo che t’imbronciassi un po’ e magari se eri una femmina versavi qualche lacrimuccia dicendo:- Per la miseria, sono davvero depressa,- ma poi vengono gli amici, se ce li hai, a tirarti su il morale e a rimetterti in sesto e poi al mattino è come un colore sbiadito e dopo un paio di giorni chi se lo ricorda più. La Cosa Brutta- e mi sa che la depressione è questo e nient’altro - è molto diversa, e indescrivibilmente peggio. Mi sa che dovrei dire più o meno indescrivibilmente, perché nell’ultimo paio d’anni ho sentito le persone più disperate cercare di descrivere la “vera” depressione. Uno della televisione con lo scilinguagnolo ha detto che secondo certi è come sott’acqua, sotto una massa d’acqua che non ha superficie, almeno per te, che qualunque direzione prendi trovi soltanto altra acqua, niente aria fresca né libertà di movimento, solo restrizioni e soffocamento, e niente luce.( Non so quanto sia azzeccato dire che è come essere sott’acqua, ma provate a immaginare il momento in cui vi rendete conto, in cui improvvisamente capite che per voi non c’è superficie, che potete nuotare finché vi piace tanto lì dentro ci affogate; immaginate come vi sentirete in quel preciso istante, come Cartesio all’inizio della sua seconda cosa, poi immaginate  quella sensazione in tutta la sua piacevolissima intensità soffocante protrarsi per ore, giorni, mesi … forse questo è più azzeccato). Una poetessa davvero meravigliosa di nome Sylvia Plath, che purtroppo non è più in vita, diceva che è come stare sotto una campana di vetro a cui hanno risucchiato tutta l’aria, e tu non puoi respirare nemmeno un briciolo di aria fresca ( e immaginate il momento in cui i vostri movimenti sono invisibilmente impediti dal vetro e voi capite di essere sotto vetro …) Certi dicono che è come avere sempre davanti e sotto un enorme buco nero senza fondo, un buco nero nerissimo, con dentro qualche spunzone, magari, e tu fai parte di quel buco, e cadi anche quando rimani dove sei (…magari quando capisci che il buco sei tu, e nient’altro…) Io non ho uno scilinguagnolo incredibile, ma voglio raccontarvi com’è secondo me la Cosa Brutta. Per me è come una nausea completa, totale, assoluta. Cercherò di spiegarmi meglio. Immaginate di avere una nausea davvero tremenda che parte dallo stomaco. Quasi tutti hanno avuto una nausea davvero tremenda, perciò tutti sanno come ci si sente: è tutt’altro che divertente. OK.OK. Ma  quella è una sensazione circoscritta: si accentra grossomodo intorno allo stomaco. Immaginate che tutto il corpo abbia la nausea: i piedi, i grossi muscoli delle gambe, le clavicole, la testa, i capelli, ogni cosa, tutto nauseato come uno stomaco in subbuglio. Poi, se ci riuscite, vi pregherei di immaginare la stessa sensazione ancora più diffusa e totale. Immaginate che ogni cellula del vostro corpo stia male come quello stomaco nauseato. E non solo le cellule, ma anche gli e.coli e i lactobacilli, i mitocondri, i corpi basali, tutti con la nausea a ribollire infiammati come larve nel collo, nel cervello, ovunque, dappertutto, in ogni cosa. E tutti con una nausea da morire. Ora immaginate che ogni singolo atomo di ogni singola cellula del corpo abbia quella stessa nausea, una nausea insopportabile. E ogni protone e neutrone di ogni atomo…gonfio e pulsante, malaticcio, nauseato, senza speranza di vomitare per liberarsi da quella sensazione. Ogni elettrone ha la nausea, perde l’equilibrio e sbarella negli orbitali da luna park inondati da un turbinio screziato di gas velenosi gialli e viola, tutto stordito e sbarellante. Quark e neutrini fuori di testa che schizzano nauseati dappertutto, impazziti. Immaginate questo, immaginate una nausea diffusa capillarmente in ogni vostro minimo frammento, perfino nei frammenti dei frammenti. Di modo che la vostra essenza, la vostra…quintessenza è caratterizzata unicamente dalla nausea; voi e la nausea siete, come si dice, “una cosa sola”. Ecco pressappoco cos’è in sostanza la Cosa Brutta. Tutto in voi è nauseato e paradossale. E siccome l’unica conoscenza che si ha del mondo intero passa attraverso le varie parti del corpo- tipo gli organi sensoriali, la mente, ecc.- e siccome queste parti hanno una nausea da morire, il mondo intero che voi percepite, conoscete e abitate vi arriva filtrato da questa brutta nausea e diventa brutto. E tutto diventa brutto in voi, tutto il bello esce dal mondo come l’aria esce da un pallone rotto. Di questo mondo conoscete solo metifiche puzze di marcio, visioni tristi e paradossali dai lividi colori pastello, suoni aspri o di una tristezza mortale, situazioni insopportabili e indefinite disposte in un continuum senza fine…Idee incredibilmente stupide, disastrose. E succede proprio come quando ti viene la nausea e sotto hai una paura che non passerà mai: la Cosa Brutta ti spaventa allo stesso modo, solo peggio, perché la paura stessa è filtrata dalla brutta malattia e diventa più grande, peggiore e famelica di quando è cominciata. Ti squarcia, si insinua e ti si agita dentro. Perché la Cosa Brutta attacca non solo te facendoti sentire male e mettendoti fuori uso, ma attacca in special modo, fa sentire male e mette fuori uso proprio le cose che ti servono a combattere la Cosa Brutta, a sentirti magari meglio, a restare vivo. Non è facile  capirlo, ma è davvero così. Immaginate una malattia davvero dolorosa che, per dire, colpisca le gambe e la gola provocando dolori davvero fortissimi, paralisi e sofferenza di tutte le zone circostanti. Come se non fosse già abbastanza brutta di per sé, questa malattia è anche indefinita; non riuscite a far niente per contrastarla. Le gambe sono paralizzate e fanno malissimo…ma non riuscite a correre a cercare aiuto per quelle povere gambe, perché quelle gambe vi fanno troppo male per permettervi di correre. La gola vi brucia da morire manco stesse per esplodere…ma non riuscite a chiamare un dottore o a chiedere aiuto, perché la gola vi fa troppo male per riuscirci. E’ così che funziona la Cosa Brutta: è particolarmente brava ad aggredire i vostri meccanismi difensivi. Il modo per combattere o sfuggire la Cosa Brutta sta chiaramente nel pensare in modo diverso, nel ragionare e discutere con voi stessi, giusto per cambiare il vostro modo di percepire, sentire e elaborare le cose. Ma vi sereve la mente per farlo, vi servono le cellule celebrali e i loro bravi atomi, le facoltà mentali e compagnia bella, vi serve il vostro io, ed è proprio quello che la Cosa Brutta ha fatto ammalare troppo perché funzioni a dovere. Ha fatto ammalare proprio quello. Vi ha fatto ammalare in modo da non permettervi di guarire. E voi cominciate a pensare a questa situazione veramente atroce e vi dite:- Mannaggia, come cavolo è riuscita la Cosa Brutta a fare questo? – Ci pensate su, ci pensate davvero bene perché è nel vostro interesse, e poi tutt’a un tratto avete come un intuizione …la Cosa Brutta riesce a farvi questo perché vo siete la Cosa Brutta ! La Cosa Brutta siete voi. Nient’altro: nessuna infezione batteriologica né colpi di spranga o di martello in testa quando eravate piccoli, né scusa d’altro genere; voi siete la malattia. La malattia vi “definisce”, specie dopo che è passato qualche tempo. Vi rendete conto di tutto questo. Ed è allora, mi sa, che se avete lo scilinguagnolo vi rendete conto che l’acqua non ha superficie, oppure sbattete il muso contro il vetro della campana rendendovi conto di essere in trappola, oppure guardate il buco e non vedete che ha la vostra faccia. E’ in quel preciso istante che la Cosa Brutta vi divora, o meglio, che voi divorate voi stessi. Che vi uccidete. Facciamo tante storie quando chi ha una “grave depressione” si suicida; diciamo:-Per la miseria, dobbiamo fare qualcosa per impedire che si suicidino! – Errore. Perché, vedete, tutte quelle persone a quel punto si sono già uccise, nel senso che conta per davvero. Quando scolano interi armadietti di medicine, schiacciano un pisolino in garage o che so io, si sono già uccisi da un pezzo. Quando “si suicidano” si dimostrano semplicemente coerenti. Danno semplicemente forma esteriore a un fatto la cui sostanza in loro esiste già da molto tempo. Una volta che ti rendi conto di quello che sta succedendo, il fatto dell’autodistruzione esiste sotto tutti gli aspetti pratici. Rimane ben poco da fare in una situazione simile, a parte “formalizzarla”, altrimenti, se non è quello che volete, c’è sempre la TEC o un viaggio che dalla Terra vi porti su un altro pianeta.

* dal racconto Il pianeta Trillafon in relazione alla Cosa brutta ( Questa è l'acqua di David Foster Wallace )



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